Un ambito di applicazione discusso
In Francia, il dibattito attuale sulla laicità verte sul suo ambito di applicazione.
Infatti, non c’è discussione sul fatto che i rappresentanti dello Stato (professori, poliziotti, in generale tutti i funzionari) debbano rispettare i codici della laicità, ovvero non sbandierare, durante l’esercizio della professione, la loro fede religiosa e confessionale. Questa laicità dello Stato è, come la chiama Paul Ricœur, una laicità d’astensione. In compenso, la discussione verte sulla laicità della società civile stessa. Nel caso della scuola, per esempio, il dibattito non si concentra sui professori, ma sugli alunni.
Detto in altre parole, se lo Stato è laico anche la società civile deve esserlo? È qui che si apre il dibattito. Paul Ricœur fornisce dunque una seconda definizione di laicità, che è la laicità di confronto: un alunno arriva a scuola con la propria identità, singolarità, con le proprie convinzioni e le mette alla prova. È grazie a questa differenza che Paul Ricœur si è opposto, nel 2004, alla legge sui simboli religiosi a scuola.